Ci sono stati vari tempi del mio andare in Montagna. Il tempo della velocità e quello del passaggio chiave, il tempo dei rifugi e quello delle vette, il tempo delle vie attrezzate e delle ferrate. Questi "tempi" hanno scandito la mia vita, testimoni e compagni di altre vicissitudini e del passare degli anni. Oggi, eccomi qua alle prese con il tempo della consapevolezza, della montagna lenta e delle vie normali. Talvolta però i "vecchi tempi", mentre passo dopo passo percorro il sentiero, si ripresentano, ed io non oppongo resistenza.

Benvenuti, comunque la pensiate, su VIA NORMALE

5 ottobre 2014

BIVACCO SURINGAR: in bilico sulla Grande Cengia del Montasio

Come al solito il Montasio mi accoglie a viso aperto, bello  e invitante mi attira verso le sue bancate con la lusinga di meravigliose vedute ed io mi lascio ammaliare. Lo conosco bene, tra un pò comincerà il suo gioco. Velature verticali, innocui pennacchi coreografici, abbasso un attimo lo sguardo e quando lo rialzo un muro di ovatta si è impossessato del basamento roccioso. Con movimento altalenante il morbido sipario si alza e si abbassa, capriccioso e talvolta odioso, poi sembra cedere e mi lascia spazi da guardare e quando mi illudo ecco che di nuovo si addensa, si infittisce, alla fine capisco che oggi sarà così, un braccio di ferro ... ed il più forte è lui.




All F.ca  dei Disteis, poco oltre i   2.200 metri di quota, si spalanca il baratro della Clapadorie. Questo è un punto di sosta gratificante non solo per lo spettacolare scenario ma anche per  il quaso sicuro incontro con gli stambecchi.  Da dietro una roccia, infatti, sbucano   una mamma ed il suo piccolo. Mi guardano curiosi e si lasciano fotografare, fiduciosi come sempre. 


Dalla Forca dei Disteis il mio itinerario abbandona la via normale per la vetta del Montasio e, risalendo un breve ma delicato ghiaione, si accosta alla sua parete sud.  La traccia prosegue su terreno roccioso che alterna tratti esposti e attrezzati, stelle alpine e caratteristiche torri. Si alternano nebbie che risalgono dal baratro minacciose  e schiarite tranquillizzanti, infine ecco il rosso rassicurante del bivacco. 



Sono solo, in compagnia di un altrettanto solitario stambecco che anche sulla via del ritorno mi segue  per un tratto.


Dalla forca, i passi si ammorbidiscono sui pascoli ormai deserti e la nuvola dispettosa del Montasio ora sembra diradarsi. .. :-)




6 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Il Montasio è così, lo vedi, non lo vedi....... ma sai che c'è !

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

p.s. non sono sicuro ma mi pare che l'ultima foto ha dei colori "nuovi" :-) !

Unknown ha detto...

@Luca:
...per fortuna che c'è!!!
occhio acuto.....(sono un paio le foto con colori nuovi - olympus))

ciao

Nadia ha detto...

Rimango sempre a bocca aperta nel vedere dove'è messo questo bivacco! Non ci sono mai stata e il percorso per raggiungerlo...beh, a vedere le tue foto..un po' di timore me lo fa!!
Ma non si sa mai...un giorno...intanto prendo coraggio...
Ciaooo

Unknown ha detto...

@Nadia:
ma va là...lo sai che la realtà poi è sempre diversa dalle foto ed in fondo ci si trova sulla "grande cengia"! Comunque merita una visitina e se ti accompagna Luca che problemi ci sono.... ti toccherà fare anche il canalone Findenegg!

un saluto ad entrambi ;-) ciao

Andrea Pizzato ha detto...

che meraviglia! e che incontri avete fatto lungo il percorso! ancora complimenti, ciao Andrea