Ci sono stati vari tempi del mio andare in Montagna. Il tempo della velocità e quello del passaggio chiave, il tempo dei rifugi e quello delle vette, il tempo delle vie attrezzate e delle ferrate. Questi "tempi" hanno scandito la mia vita, testimoni e compagni di altre vicissitudini e del passare degli anni. Oggi, eccomi qua alle prese con il tempo della consapevolezza, della montagna lenta e delle vie normali. Talvolta però i "vecchi tempi", mentre passo dopo passo percorro il sentiero, si ripresentano, ed io non oppongo resistenza.

Benvenuti, comunque la pensiate, su VIA NORMALE

21 febbraio 2009

MONTE BRANCOT E PALANTARINS

Braulins è ad appena 210 metri slm, non siamo in alta quota, non c'è aria rarefatta che possa annebbiare il cervello e giustificare comportamenti strani, eppure Angelo non resiste alla tentazione. Basta sostituire la lettera B di Bragolino con la lettera F ed il gioco è fatto. Questo l'incipit fotografico dell' escursione e lo svelamento frivolo del cognome vinoso del nostro "Agnul" persona amabile e gradevole come del resto quello stesso vino è.


Un sole pallido filtra a mala pena dallo strato di nuvole lattiginose, noi muoviamo i primi passi sul sentiero n.837 che si inerpica dapprima su roccia gradinata e poi più dolcemente sul fianco della montagna, attraversa boschi di castagno, offrendoci sempre più vasta, la percezione della valle del Tagliamento e degli orizzonti prealpini. Prima di sbucare sui prati terminali c'è il tempo per un gioco artistico con una pozza ghiacciata ed infine, con il Tagliamento 800 metri sotto di noi, eccoci in vetta al Monte Brancot m.1015.















Angelo è più che appagato, vuole solo godersi il sole che sembra prendere vigore, io ho ancora voglia di andare e così ci accordiamo, ci rivediamo lì tra un pò, vado sull'altra cima. Continuo scendendo di una cinquantina di metri fino ad una forcella e poi per cresta raggiungo la cima del Monte Palantarins m. 1049.





Quando torno indietro, finalmente l'azzurro in cielo si è fatto strada, l'orizzonte è più netto e nitido e la discesa ha tutt'altra luce. Ci soffermiamo su particolari che in in salita avevamo trascurato, contrasti che coesistono a breve distanza, ghiaccio e primule ed infine nel sole la chiesetta di San Michele dei Pagani appoggiata alla roccia.














Angelo guarda lontano, il Chiampon, il Cuarnan, il Faeit, forse pensa già alla prossima meta..!

2 commenti:

anonymous ha detto...

Nadia writes:

Che belle foto, Frivolo! Sul Brancot non ci son ancora stata...lo metto però in lista...ma solo perchè son salita dall'altra parte e, arrivata sul Palantarinis, non avevo più la forza per un'altra discesa e risalita! Però si gode di un bellissimo panorama da lassù!Ciao

montagnesottosopra ha detto...

Caro Frivolo quando vedo le primule sento già odor di primavera. Con le tue belle immagini mi hai riportato indietro di un anno a ricordar la traversata.Ciao Luca